Il tempo degli emigranti che con la valigia di cartone espatriavano in cerca di fortuna è finito. La drammaticità di certe immagini e la disperazione che vecchie foto lasciano trasparire sono, fortunatamente, un ricordo lontano. Eppure il fenomeno non è esaurito, Il libro di Giuseppe Arnone “Italiani nel cuore” vuole delineare, a tratti in maniera cruda e decisa, le diverse caratteristiche tra i due tempi migratori e, nel contempo, rilevare le positività di un legame indissolubile tra italiani divisi dalle frontiere.
In primo luogo appare particolarmente realistica la disamina che caratterizza il nuovo flusso migratorio come un’esigenza che consente di mettere adeguatamente a frutto esperienze e valore professionale. Un processo che, di fatto, esportando le capacità di gestione, mostra l’abilità - tipica della nostra cultura - di adattare la teoria alla pratica. Elementi che spesso consentono ai nostri ragazzi posizioni di primissimo piano in ambito di altre realtà nazionali.
Ma l’Italia come vede e come sostiene queste risorse prestate all’estero?
Ecco, qui l’autore trae dalla sua esperienza la linfa per rispondere al quesito. La Fondazione Italiani in Europa e il suo essere candidato alla Camera per gli italiani all’estero, gli hanno consentito di “vedere” il problema da varie angolazioni.
La disamina che Arnone porta avanti nei cinque capitoli del libro è lo spaccato, preciso e a volte amaro, di come troppo spesso la politica nostrana dimentica non solo le problematiche dei nostri connazionali all’estero, ma anche le opportunità che questo status può offrire alla nazione.
Accanto a ciò occorre dire che “Italiani nel cuore”, oltre a rendere chiara l’importanza del voto degli italiani all’estero (e su questo è obbligo richiamare la figura del Ministro Tremaglia) e il ruolo delle ambasciate e dei consolati, evidenzia in maniera netta le difficoltà che i nostri connazionali anche fuori dai confini italiani riscontrano a causa della burocrazia nostrana e del ridimensionamento di un’importante rete di supporto quale quella consolare.
Ma l’autore non si limita ad una presa di coscienza delle problematiche, Arnone vuole essere soggetto operativo nel processo di valorizzazione dei connazionali all’estero. Superare le divisioni, fare in modo che le intelligenze prestate all’estero possano rivelarsi risorse per il nostro Paese, creare le opportunità affinché ciò avvenga nella maniera più armonica possibile sono obiettivi che l’autore non nasconde.
Una sfida che questo libro lancia, una sorta di manifesto teso a indicare la strada per valorizzare le opportunità che, attraverso i nostri connazionali, arrivano anche dall’estero.
Leggere questo libro vuol dire aprirsi a universi del tutto nuovi e conoscere quanto sia importante per il respiro italiano che giunge dall’estero.
Giuseppe Arnone (1968) è impegnato nel campo della formazione e dell’istruzione superiore e universitaria. Ha iniziato come docente di materie giuridico-economiche nei licei per poi approdare al mondo universitario. Residente in Romania, si occupa della direzione generale di “Fundatia Europea delle Professioni” (accademia di formazione post liceale delle professioni sanitarie). Da sempre appassionato di politica, ha ricoperto negli anni vari ruoli all’interno della politica siciliana. Alla guida del think tank “Fondazione Italiani in Europa”, si è speso per rinsaldare il legame tra le comunità italiane emigrate e le proprie zone di origine, con battaglie anche sul fronte politico come l’abolizione dell’IMU per gli italiani residenti all’estero